Valdobbiadene e Conegliano – terredavino – per unanime riconoscimento è la culla e la matrice del Prosecco. Conegliano, nel ‘600 con l’ Accademia degli Aspiranti e nell’800 con la Scuola Enologica, ha mosso una rivoluzione pacifica che in quattrocento anni ha forgiato il mondo contadino altotrevigiano di cui Valdobbiadene era ed è il caposaldo.
Il canto delle colline
Da suoi contrafforti le irrequiete colline agitano un mare di vigne animato da vecchi e dimessi casolari; di origine tettonica e glaciale esse celano una complessità minerale che il sole, il vento, la pioggia e il nostro quotidiano lavoro portano dentro ai calici con sempre rinnovate fragranze.
All’inizio, nel ‘4/500, c’era la zappa con cui i nostri antenati lentamente han ricamato le vigne trasformando le selve collinari in Paesaggio, dove pratichiamo ancora oggi con maniacale dedizione l’arte della terra dove il calor del sole si fa vino; un unico ondeggiante pentagramma unisce le due cittadine – Valdobbiadene e Conegliano – su cui i contadini incidono di stagione in stagione, la musica del tempo, il canto delle colline.
Il mare e noi
Le Dolomiti, Venezia e noi
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Allevare viti è il nostro mestiere e la Riva è il nostro posto di lavoro, la bottega contadina al pari della bottega rinascimentale dove è nato l’Umanesimo
La cantina di Tano si è trasformata ed ora si sviluppa in profondità dentro il magma multicolore della collina di Cartizze sopra la quale è posata la struttura deputata all’ospitalità
Il vino ricavato dalle uve delle nostre rive esprime il massimo della sua personalità nelle declinazioni classiche dello spumante in base alle caratteristiche dei terreni e alle competenze di cantina